CAPPUCCETTO ROSSO
INTERVENTO DENTRO LA SCUOLA
Il Lupo ha trovato per terra un libro, è un po’ sciupato ma si può leggere; peccato, però, manca l’ultima pagina…
Stimolato dal contenuto della fiaba, di cui non sa il finale, il bestione si mette sulle tracce di una bambina che sta andando proprio dalla nonna ammalata. L’anziano zio della piccola, avvertito dal pubblico, raggiunge il lupo e lo bastona. Ma la bestia rinviene e riprende il cammino. E’ allora Gigino, garzone di fattoria nella singolare famiglia contadina, che intrattiene il Lupo con una buffa storiella per fargli perdere tempo, ma invano. L’ignara ragazzina arriva dalla nonna, ma viene ingoiata in un boccone. Il vecchio zio Tonio sopraggiunge, apre la pancia del lupo dormiente e salva nonna e bambina per l’allegro finale.
NOTE ARTISTICHE
Lo spettacolo è una fedele e classica versione della nota fiaba. Ambientata però nella campagna toscana, e qua e là punteggiata da lazzi e intermezzi tipici della nostra tradizione regionale. La vicenda corre su un doppio binario: il fatto in sé e per sé normale di una bimba che va a portare un cestino di provviste alla nonna ammalata, e l’intervento di un lupo, appassionato lettore di novelle, che vuol mettere in pratica quel che ha appena appreso da un libro trovato per caso. Il volumetto è un po’ sciupato e manca l’ultima pagina, sicché la bestia non sa il destino che l’attende… Il personaggio del cacciatore è qui sdoppiato fra lo zio, un vecchio contadino, e un giovane garzone di fattoria che si alternano nel ruolo di antagonisti del lupo e di premurosi protettori della impavida Margheritina. Anche la tecnica utilizzata è doppia: burattini in baracca e attori “sosia” sul palcoscenico si sostituiscono nei vari episodi della celebre storia aumentando così l’emozione dei piccoli spettatori.
La grandissima notorietà della fiaba, assieme alla chiarissima e semplice morale, fanno di questo spettacolo uno dei titoli più richiesti nel repertorio della Compagnia. I Pupi di Stac interpretano la storia nella maniera più classica, rispettandone ogni suggestione.
D’altra parte, all’atto della prima messinscena, si è dovuto risolvere il problema dell’ambientazione, dei personaggi secondari, dell’arricchimento di una vicenda altrimenti brevissima. Sono nate così alcune “anomalie” rispetto alla fiaba più conosciuta che da un lato la rendono un po’ più toscana (come toscane sono tutte le storie interpretate dai Pupi fiorentini), dall’altro introducono un tema ricorrente: le fiabe sono vere?