ODISSEA UN RACCONTO MEDITERRANEO
-I ventiquattro canti dell’Odissea di Omero concepiti come uno spettacolo a tappe. Ogni canto è affidato a un cantore con due richieste: fedeltà al testo originale e libertà nei commenti. Le parole antiche diventano uno strumento per comprendere il presente e la poesia dei versi risuona duemila anni dopo con la potenza di sempre. Il poema riportato all’oralità per cui è stato concepito, permette al pubblico di identificarsi in una comunità riunita per ascoltare una storia che riguarda tutti. Una straordinaria avventura fatta di coraggio, ideali, amore, smarrimento, amicizia, tradimento e ingegno.
Odissea – Un racconto mediterraneo restituisce alla narrazione orale, al cantore vivo e in carne ed ossa di fronte a noi, le pagine dell’Odissea che dagli anni della scuola abbiamo letto in silenzio. L’Odissea è la prima fiction a episodi. Questa è una delle sue forze. I racconti vivono assoluti. Il “montaggio” avviene nella testa dello spettatore che può conoscere o ignorare gli episodi precedenti.
Odissea – Un racconto mediterraneo è una rotta, la rotta di Odisseo, ed è la rotta che unisce le sponde del mediterraneo da Est a Ovest da Nord a Sud.
L’Odissea è un arco che scavalca le epoche. È la classicità e al tempo stesso la modernità, inventa il flash back tremila anni prima del cinema americano, cala Odisseo all’Inferno duemila anni prima di Dante.
Odissea – Un racconto mediterraneo è un percorso da costruire canto dopo canto scegliendo come compagni di viaggio i grandi cantori del teatro contemporaneo.
Sono stati parte del progetto Odissea – Un racconto mediterraneo: Valerio Binasco, Alessio Boni, Vinicio Capossela, Ascanio Celestini, Lella Costa, Corrado d’Elia, Davide Enia, Gioele Dix, Gian Luca Favetto, Teresa Mannino, Valerio Massimo Manfredi, Max Paiella, Vincenzo Pirrotta, Elisabetta Pozzi, Roberto Vecchioni.
Nella suggestiva ed affascinante atmosfera del Teatro Romano di Fiesole
13 luglio ore 21.00 | 27 luglio ore 21.00 | 20 luglio ore 21.00 |
22 giugno ore 21.00 | Teatro Romano di Fiesole | 29 giugno ore 21.00 |
giovedì 22 giugno ore 21.00 – debutto Nazionale
Con Massimiliano CIVIDATI
e Gennaro Scarpato – percussioni
Andrea Zani – pianoforte
progetto e regia di SERGIO MAIFREDI
direttore di produzione Lucia Lombardo
produzione Teatro Pubblico Ligure
Quello di Telemaco, il figlio di Odisseo, è un viaggio alla ricerca del padre. Un viaggio per costruire l’immagine di un padre mai visto.
Ma è anche, per il cantore, la ricerca della storia mancante. Degli altri eroi si conosce la fine, chi morto sotto le mura di Troia come Achille, chi ucciso dalla moglie al proprio ritorno, come Agamennone, chi felice a casa come Menelao con la sua sposa ritrovata, Elena.
Di Odisseo si sono perse le tracce, sembra uscito di scena, sospeso dal grande racconto. È da otto anni nell’isola di Calipso, colei che nasconde.
Odisseo, l’eroe del poema, lo vedremo solo nel quinto canto, ma di lui, con una trovata drammaturgica meravigliosa, sapremo tutto nei primi quattro canti, che restituiscono a Telemaco il padre ed a noi l’eroe protagonista.
Massimiliano Cividati e Sergio Maifredi ci guidano attraverso i primi quattro canti dell’Odissea, cucendo i versi, rammendando il racconto, tessendo divagazioni per poi tornare alla trama, facendo viaggiare l’azione sulla musica dal vivo di Gennaro Scarpato e Andrea Zani.
giovedì 29 giugno ore 21.00
Con MARIO INCUDINE – voce e chitarra
ANTONIO VASTA – fisarmonica, organetto e zampogna
progetto e regia di SERGIO MAIFREDI
direttore di produzione Lucia Lombardo
produzione Teatro Pubblico Ligure
È il primo cunto di Odisseo. È il racconto con cui inizia la “versione di Odisseo”. Odisseo dipana per Alcinoo il filo delle sue avventure ed inizia con gli “effetti speciali”, con il ciclope Polifemo, certo di catturare l’attenzione del re e di ottenere da lui navi per tornare ad Itaca.
Mario Incudine, artista di straordinario talento, attore, cantante, scrittore, affronta a suo modo questo “cunto”. Lo trasforma in un vero e proprio canto con musiche scritte appositamente da Antonio Vasta, suo fidato collaboratore. Il Ciclope di Omero si contamina con la riscrittura di Pirandello e di Sbarbaro, entrambi “traduttori” del Ciclope di Euripide. Ed è interessante notare che Pirandello lo traduca a ridosso della prima guerra mondiale e Sbarbaro della seconda. Il Ciclope anche questo è: la forza bruta contro l’intelligenza, la violenza contro l’accoglienza.
giovedì 13 luglio ore 21.00
Con TULLIO SOLENGHI
progetto e regia di SERGIO MAIFREDI
direttore di produzione Lucia Lombardo
produzione Teatro Pubblico Ligure
In Penelope Odisseo ritrova un suo doppio. Penelope è astuta almeno quanto il suo sposo.
È stata astuta nel tener testa ai pretendenti, inventando l’eterno gioco della tela, ed è astuta ora nel saggiare chi dice d’essere suo marito. E se Telemaco e la Nutrice possono credere che l’uomo che hanno davanti è il re di Itaca, che è tornato, che ha ucciso i proci ed ha ristabilito l’ordine, a Penelope questo non basta. Lo mette alla prova ancora una volta. Ordina alle ancelle di spostare il letto nuziale. Solo lei e Odisseo sanno che quel letto è intagliato nel tronco di un secolare ulivo che affonda le radici nella terra dei padri. “Nessun umano lo può spostare!” dice lo straniero.
E Penelope si scioglie in un pianto trattenuto da vent’anni. La notte la passeranno ad aversi e a ritrovarsi. Raccontandosi due decenni trascorsi nell’attesa e nel ritorno.
giovedì 20 luglio, ore 21.00
con MONI OVADIA
progetto e regia di SERGIO MAIFREDI
direttore di produzione Lucia Lombardo
produzione Teatro Pubblico Ligure
Penelope ha deciso di porre fine all’attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l’arco di Odisseo. I pretendenti si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del mendìco, si cela Odisseo. Quando l’arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a stoccare il dardo che trafiggerà la gola di Antinoo, il più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano come le reti di una tonnara. La mattanza ha inizio.
Moni Ovadia, in una lectio magistralis, ci farà riscoprire il rito civile della lettura ed i due grandi viaggi che segnano la civiltà occidentale, il viaggio di Odisseo e il viaggio di Abramo. Ovadia corre sulle onde dell’Odissea arrivando all’Itaca di quello straordinario poeta che è Kostantinos Kavafis.
giovedì 27 luglio, ore 21.00
con PAOLO ROSSI
e Emanuele dell’Acquila – chitarra
progetto e regia di SERGIO MAIFREDI
direttore di produzione Lucia Lombardo
produzione Teatro Pubblico Ligure
Il dio Eolo ha dato a Odisseo l’otre che imprigiona i vènti contrari al ritorno ad Itaca. I compagni di Odisseo aprono l’otre, i vènti si scatenano e i marinai sono in balìa del mare per nove giorni.
I giganti Lestrigoni massacrano parte dei compagni di Odisseo, indi finalmente giungono all’isola di Circe. La bella dea trasforma gli uomini in porci facendo loro scordare il ritorno. Odisseo riuscirà a liberare i suoi compagni ed a riprendere il viaggio.
Paolo Rossi trova infiniti spunti da questo canto per chiosare ogni suo pensiero sulle donne di Omero e non solo. La sua lettura sa restituirci personaggi e anfratti dell’Odissea, che altrimenti rischiano di perdersi, fagocitati dall’insieme.
DATE giovedì:
22/06/23 ore 21.00 canti I-IV
29/06/23 ore 21.00 canto IX
13/07/23 ore 21.00 canto XIX
20/07/23 ore 21.00 canto XXI
27/07/23 ore 21.00 canto X
TEATRO Teatro Romano di Fiesole
COSTO
Posto unico € 10,00 (anziché € 13.80 incl. prev. – sconto del 27,60%)
Abbonamento € 40,00 (anziché € 45,00 incl. prev. – sconto del 12%)